Certo, Verona in quasi tre millenni di vita si è certamente ingentilita, ma in città si assapora ancora uno spirito energico d’altri tempi. Lo si percepisce già all’arrivo nella stazione dei treni. Da qui si intravedono gli antichi bastioni difensivi della città, trasformati in un bizzarro parco, che si sviluppa su due livelli: quello di terra lungo il fossato, e quello in alto lungo la fortificazione. È da qui che parte il mio allenamento quotidiano lungo il Cross delle Mura. Il tracciato, molto vivace grazie ai sali e scendi, nasconde diversi impianti sportivi. Incastonati con precisione fra i bastioni e la strada, uno dopo l’altro, passo accanto ai campi di alcune società di calcio, al circolo del tennis e al famoso impianto per il nuoto.
lo sportivo
Il Centro Federale “Castagnetti” è da tempo la struttura nazionale di riferimento per i campioni dell’acqua. Ma oggi è il luogo del mito: qui si allena la divina Pellegrini, la più forte nuotatrice italiana. Così, neanche il tempo di sgranchirmi le gambe, che inizia a stuzzicarmi l’idea di una bella nuotata. L’acqua fresca delle piscine all’aperto è l’ideale per trovare ristoro durante la stagione più calda. Ma se dopo qualche vasca vi viene voglia di vedere gli allenamenti dei fuoriclasse, potete andare a riposarvi sulle comode tribune intorno alla piscina olimpica. Sono tutti in trasferta? Fate come me, fermatevi a prendere il sole su uno sdraio. Oppure, prima di un doppio tuffo carpiato, esercitatevi con lo skate. Sì, perché a pochi passi dall’uscita della piscina c’è uno skate park. Guardate bene, non lo si nota subito. L’ovale è un po’ trascurato, ma abbastanza grande e frequentato. A Verona sembra esserci parecchio interesse per gli street sports. “Vai in piazza Isolo – mi dicono – lì fanno parkour. Un altro spot è la stazione. Ma la piazza è davvero un must”. Qui i ragazzi si allenano tra strutture rettangolari in cemento, dietro di loro scorre il fiume Adige e accanto c’è il traffico.. ci vuol fegato per imitarli!
A proposito dell’Adige: il fiume costeggia tutto il centro storico separandolo dalle colline. Ai bordi, ci sono freschi viali per correre. Seguendoli si incrocia Ponte Pietra, da dove inizia la salita verso i colli che conduce al Parco delle Colombare, frequentato da chi fa stretching nel tardo pomeriggio. Dietro al parco scopro via Torricelle, una delle più famose strade panoramiche di Verona. Lungo i suoi dolci pendii troverete un belvedere davvero suggestivo. Il tragitto è ideale per correre e andare in bici, e se siete in MTB ancora meglio! Andate a scovare le mille diramazioni lungo le colline, spesso ben segnalate. Infatti ai veronesi piace parecchio la MTB, soprattutto dopo le prodezze olimpiche di Paola Pezzo negli anni ’90, e sono molti i percorsi per allenarsi: dal giro nel Parco Naturale dei Monti Lessini (una delle aree più incontaminate del Veneto), al più vicino Parco Adige Nord. Da questo parco parte un anello che passa per la diga sul fiume, raggiunge Parona e torna indietro per il lungadige Attiraglio. Dodici frenetici chilometri fra sterrati, sabbia e asfalto.
In città la bici rappresenta un vero e proprio ecosistema vissuto nel suo massimo splendore a settembre, durante la fiera Cosmo Bike Verona. Si tratta di un appuntamento a livello europeo con oltre 60 mila presenze e quasi 10 mila operatori. Qui si trovano in esposizione tutte le ultime novità senza perdere di vista le opere dell’artigianato che hanno reso famosa l’Italia in tutto il mondo. Oltre alla fiera, potrete godere dell’opportunità di visitare veri e propri atelier della bicicletta ogni giorno. Sapienti mani forgiano telai unici, come nel caso dell’esclusiva bottega di Dario Pegoretti. Se amate l’approccio un po’ vintage, con un occhio di riguardo all’abbigliamento e agli accessori, vi consiglio il laboratorio Twelve lungo l’Adige, e Cicli Blume poco fuori città. C’è poi Pigozzi che interpreta la bici come una filosofia di vita, e Chesini dove il sapere artigiano si unisce alla bellezza di un edificio affrescato del ‘500.
E che ne dite di scoprire insieme la città dal fiume? Dalla diga parte il rafting sull’Adige a cura dell’Associazione Verona Rafting. Sarò sincero: la discesa è più panoramica che adrenalinica. Ma è innegabile che remare sotto gli occhi dei turisti ha il suo fascino, e alla fine delle due ore di traversata mi sento un esploratore delle Amazzoni. Vicino al centro rafting c’è il Centro Bottagisio dove storicamente si allenava il Chievo Verona. Entrate e scoprirete ulteriori dettagli della storia mitica che ora vi racconto. Chievo è un quartiere orientale della città. Un piccolo borgo che nel 2001 realizza un mezzo miracolo: porta la sua squadra di calcio in Serie A. Da allora è quasi stabilmente presente nella massima serie, a differenza dei più nobili cugini dell’Hellas Verona. “È uno smacco per il resto della città – spiega uno dei tanti abbonati – mi dica lei quando mai un paesino di 4.000 anime ha avuto una squadra in Serie A!”.
Ora però mi ci vuole qualcosa di più energico. La palestra di arrampicata King Rock è il posto giusto. Ai limiti di Borgo Roma, la struttura è aperta tutto l’anno per arrampicate in libertà. Vedrete che nelle grandi pareti indoor, a quattordici metri da terra, la tensione non manca. Sì, lo so, il vero arrampicatore va all’aperto. Ma qui sta il bello. Intorno a Verona si trovano falesie famose in tutto il mondo. Iniziate da Avesa. Il borgo alle porte di Verona ne propone una di piccole dimensioni con pareti non impegnative, sotto i trenta metri. A Stallavena le pareti sono più serie, con tiri da trenta metri e più. I professionisti però raggiungono Ceredo dove, come ricorda il nome di una delle vie più note “Eterno Riposo”, qui non si scherza. E chi ha voglia di scherzare davanti a un 8C?
Il tempo vola in città ed è quasi sera. Se non siete tipi da corse notturne, vi do un paio di suggerimenti. Il primo è Sala Orsi, storica sala biliardo dedicata alla disciplina dell’8-15. La trovate in una via laterale del centro storico. Non fate come me: anche se all’esterno sembra un bar qualsiasi, non esitate a entrare. Davanti alla gigantografia di Paul Newman ne “Lo Spaccone” si sviluppa un’ampia sala con diciassette tavoli. Tutto intorno coppe e fotografie a rievocare i tornei nazionali e internazionali che si sono disputati qui. È un posto per tutti, ma i professionisti li riconoscerete subito: stecche luccicanti, custodie ben tenute e silenzio durante la partita.
Altrimenti, tenete presente che Verona è una piazza famosa a livello nazionale per le freccette. Per sostenere il movimento, durante l’anno la Fidart Verona organizza dei tornei nei locali della città. I giocatori vengono divisi per categorie in base a bravura ed età. Non per questo però potete distrarvi o rilassarvi. Se non date il vostro meglio come il sottoscritto, è un attimo che vi invitano a farvi da parte e finite al bancone a commentare le partite degli altri.
di Paolo Ermano